Dottore, ho un incubo ricorrente.
La notte, i sette nani mi vengono in sogno, vestiti di rosso con cappellini gialli. In fila indiana, come sherpa sulla montagna, avanzano portando sulla testa vassoi fumanti di Big Mac: un pranzo da principi. Spingo tra la ressa di paggi, damigielle, pistoleri e neolaureati bocconiani, ma una mano mi tira dal basso, mi ferma. Guardo giù e un fiatone fumante mi investe; è Eolo che mi obbliga a spendere un euro in più per baciare la Biancaneve Maxi.Biancaneve Maxi, appari sovrana nei tuoi capelli corvini, fasciata da un abito rosso di latex. Nel cartellone sopra le nostre teste risplendi mentre, con i tuoi lunghi stivali a punta, calpesti con aria noncurante Biancaneve Normal che, come ognuno di noi, ti guarda ammirata e sognante.
Il tuo seno Maxi è di sette misure più grande delle altre; hai la bocca gonfia che luccica come un gommone ormeggiato sullo Stige, pronto a traghettare chiunque crederà di amarti. Una settima senza wonderbra, un tuffo senza paracadute, senza guardare indietro, senza pensare più a Biancaneve Normal, anoressica pelapatate, sguattera senza sale e senza speranze.
Un euro in più, dottore, ci pensi? Un solo euro in più, dottore, ne metta uno anche lei, e potremo amare Biancaneve Maxi mentre i nani vestiti di rosso fanno girotondi ed intrecciano ghirlande di sorprese di plastica da mettere nei MacMenu.
È compresa anche una vaschetta di vaselina che altrimenti pagheresti a parte.
Ti prego, dottore, aiutami perché Brontolo è il nano del mese e la sua foto sta là, incorniciata vicino al bancone frigo dove dorme Biancaneve Maxi. Ogni volta che passo davanti per andare al bagno, mi squadra e mi canta una canzone che non capisco, ma che nel ritornello si sente chiaramente "coglione". Vado al bagno, dottore, e mi rifletto in uno specchio sporco, appannato; mi vedo ancora piacente, ho un naso rosso e gli occhi cerchiati di bianco, un cappello giallo e calzini a righe. A fianco a me c’è Roland MacDonald che si sta lavando i denti. Non ero io, ma per quel breve momento mi sono piaciuto.
“Complimenti,” mi fa, “ha da poco suonato la mezzanotte e sei il primo cliente del nuovo giorno fiscale.” Mi strizza l’occhio ed aggiunge una apple pie fatata al mio menu, che però pago.Pago poco, ma pago, sempre.Sogno, dottore, sogno ancora che un bambino mi tocca con una cannuccia che è una bacchetta magica e cado a pezzi in terra. Le mie membra si sfaldano e diventano cocci di vetro, legno, alluminio e resine epossidiche. I sette nani si affaccendano su di me, ma non sono i nani che conosciamo: sono bambini vampiri, con denti affilati e occhi rossi che brillano nell'oscurità. Mi prendono, raccolgono la mia anima e quello che rimane di me su una carriola e mi spingono. Mi vestono di azzurro: indosso una casacca azzurra, un pantalone nero, un fazzoletto giallo al collo, mi chiudono nel buio ermetico di una bara di cartone.
"Arriva il principe!" gridano da fuori, "Arriva il principe azzurro!" E Biancaneve Maxi apre gli occhi cerchiati del suo trucco pesante, scuote le ciglia frustando intorno mari di rimmel e si risveglia dal suo ghiaccio. Si disintegra la teca di plastica ermetica in un turbinar di microonde.
Biancaneve Maxi non è poi così maxi come sul maxischermo, comunque è imponente, dottore. Lo sa anche lei che è imponente; prende il taglierino infilato come la spada nella roccia e squarta il mio cartone, dal basso verso l'alto.
I nani esultano e i loro denti affilati luccicano, mentre Biancaneve Maxi, con le sue enormi tette della settima misura, mi monta ma non come vorrei io, mi monta non come capisce lei, dottore. Mi monta seguendo le istruzioni di una lurida pergamena perché io sono di legno; sì, sono un giovanotto di legno IKEA, un muscoloso titano con una fava enorme, fatto per amare... Dottore, questa Biancaneve Maxi prende il mio cazzo di mogano in mano e lo guarda, enorme, lunghissimo e durissimo, e stupita consulta la pergamena con le istruzioni, la tiene al contrario... Me lo monta sulla faccia e in mezzo alle gambe m'incastra un nasino francese, all'insù, ma sempre un nasino.
Sono un Pinocchio IKEA, dottore, con la mia casacca azzurra e gialla, e un cazzo di naso da 30 centimetri.
Biancaneve Maxi mi fruga nelle tasche, non trova lo scontrino con il supplemento di un euro per le sue grandi tette, mi guarda schifata e va via, nella sua bara di plastica, mais genetico e ghiaccio secco, mentre i nani svuotano vassoi e lavano per terra.
Cucciolo mi urta con la ramazza, il mio naso mi sbilancia e cado al suolo. Biancaneve Normal ha le mestruazioni, forse domani non verrà.
Sono un gigante dai piedi di argilla che ha appena pestato una merda.
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